Incontinenza urinaria maschile
Incontinenza urinaria maschile
Epidemiologia
L’incontinenza urinaria affligge l’umanità dalla notte dei tempi, essendo citata la prima volta in un manoscritto egiziano del 1500 A.C.
L’incontinenza urinaria è definita come la perdita involontaria di urina al di fuori dell’atto volontario della minzione.
Colpisce buona parte anche della popolazione maschile e la sua incidenza aumenta con l’età. Si stima che a 70 anni circa un quarto degli uomini soffra di qualche forma di incontinenza urinaria. I numeri sono aumentati negli ultimi decenni per il maggior ricorso alla chirurgia pelvica e alle altre forme di trattamento del tumore della prostata.
Può essere suddivisa in:
– Incontinenza da sforzo: perdita involontaria di piccole quantità di urina che si verifica sotto sforzo quando aumenta la pressione sulla vescica. Si tratta della forma più frequente e tipicamente avviene con i colpi di tosse o durante sforzi addominali severi, ma in alcuni casi anche dopo sforzi o movimenti lievi come l’alzarsi dalla sedia, camminare o ridere.
– Incontinenza da urgenza: causata da contrazioni involontarie del muscolo detrusore. Tali contrazioni generano la sensazione di impellenza della minzione (urgenza), con impossibilità a trattenere l’urina. La vescica iperattiva a sua volta si suddivide in: idiopatica (non se ne conoscono le cause); neurogena quando causata da disfunzioni del sistema nervoso provocate da traumi o malattie quali sclerosi multipla, Parkinson o spina bifida;
– Incontinenza mista (sintomi tipici dell’incontinenza da stress e dell’incontinenza da urgenza);
– Incontinenza da rigurgito: si verifica quando la vescica si riempie oltre la sua capacità e non riesce a svuotarsi completamente (mancata sensazione di riempimento o presenza di ostacoli a livello dell’uretra che impediscono lo svuotamento completo della vescica provocandone il riempimento oltre i limiti fino al superamento della resistenza dello sfintere con perdita incontrollata dell’urina (adenoma della prostata, stenosi uretrale);
Cause
- Chirurgia pelvica (Prostatectomia radicale)
- Chirurgica dell’ipertrofia prostatica
- Malattie neurologiche
- Ipertrofia prostatica
- Deterioramento cognitivo
Sintomi
La sintomatologia è caratterizzata dalla perdita d’urina in quantità variabile.
Diagnosi
La diagnosi si basa inizialmente su anamnesi ed esame obiettivo.
E’ fondamentale valutare in quali occasioni si verificano le perdite e cercare di quantificarle (ad esempio verificando quanti assorbenti vengono cambiati ogni giorno).
In seconda battuta possono essere eseguiti a seconda del caso specifico, esami diagnostico strumentali quali:
- Esame urine ed urinocoltura (per valutare eventuali infezioni delle vie urinarie);
- Diario minzionale (diagramma volume/frequenza – valuta la capacità vescicale, la frequenza delle minzioni e delle perdite urinarie);
- Test del pannolino (Pad test – valuta l’entità delle perdite giornaliere o dopo un breve periodo di esercizio);
- Ecografia addominale (per valutare eventuale ristagno di urina in vescica o grossolane anomalie anatomiche);
- Uretrocistoscopia (per valutare anomalie anatomiche);
- Esame Urodinamico (per valutare il funzionamento della vescica e dell’uretra);
- Uroflussometria (valutazione del flusso urinario).
Terapia
La terapia dell’incontinenza urinaria si basa sull’utilizzo di presidi atti a contenere l’urina, terapia fisica o farmacologica ed eventuale terapia chirurgica quando indicato:
• Presidi sintomatologici (pannolini, condom o stringipene per migliorare la qualità di vita evitando o contenendo le perdite urinarie).
• Stile di vita ed esercizio fisico (cambiamenti della dieta, attività fisica adeguata e modifica di abitudini sbagliate).
• Rieducazione pelvica (esercizi specifici con lo scopo di rinforzare la muscolatura del pavimento pelvico e lo sfintere urinario: esercizi di Kegel, biofeedback e stimolazione elettrica).
• Terapia farmacologica varia a seconda della causa che ha dato origine all’incontinenza (antimuscarinici che appartengono alla classe degli anticolinergici, agonisti α/β-adrenergici, duloxetina).
Interventi chirurgici
• Neuromodulazione sacrale (posizionamento di un piccolo stimolatore nervoso in corrispondenza di una radice nervosa).
• Posizionamento di Sling uretrali (Advance, Atoms e altri).
• Posizionamento di sfintere artificiale.
• Iniezioni parauretrali con bulking agents sottomucosi o parauretrali, sostanze o dispositivi volumizzanti, che riducendo il calibro dell’uretra riducono la perdita urinaria creando ostruzione al flusso.
Per doverosa informazione, si ricorda che la visita medica rappresenta il solo strumento diagnostico per un efficace trattamento terapeutico. I consigli forniti in questo sito devono essere intesi semplicemente come suggerimenti di comportamento.