Impianto di protesi peniena
Tipi di protesi peniene
– Idraulica tricomponente
– Idraulica bicomponente
– Malleabile monocomponente o semirigida – Soffice
– Rigidità differenziata (spectra)
La scelta del dispositivo è concordata dal medico impiantatore con il paziente tenendo conto di:
- Aspettative del paziente
- Età
- Compliance del paziente (accettazione ed abilità del paziente all’attivazione del dispositivo) e coinvolgimento della partner
- Severità della disfunzione erettile
- Malformazioni del pene eventualmente associate
- Condizioni generali (malattie associate quali diabete, ipertensione, neoplasia e cardiopatia)
Cosa fa e cosa non fa la protesi
Permette al paziente di ripristinare un’attività sessuale penetrativa soddisfacente.
- Non ripristina l’eiaculazione o l’orgasmo se precedentemente compromessi
- Non allunga il pene
- Non aumenta il desiderio sessuale
- L’erezione è limitata ai soli corpi cavernosi e non interessa il glande pertanto sarà presente la sensazione di “glande freddo” avvertibile dal paziente e dalla partner
Tecnica e decorso postoperatorio
A) Protesi idraulica tricomponente: si tratta delle protesi più frequentemente impiantate e che meglio riproducono il meccanismo di erezione/flaccidità, in quanto il riempimento dei cilindri protesici determina un aumento della rigidità dell’asta, mentre il loro svuotamento riporta il pene allo stato di flaccidità.
La protesi è costituita da tre componenti idraulici, cilindri, serbatoio e pompa, che vengono impiantati rispettivamente nei corpi cavernosi del pene, nell’addome di fianco alla vescica e nello scroto. Questi componenti sono connessi tra loro attraverso una serie di tubicini, che permette alla soluzione al loro interno di spostarsi tra cilindri e serbatoio attraverso l’azione sulla pompa, che essendo impiantata in posizione molto superficiale, può essere manipolata ed attivata dal paziente.
In genere l’intervento viene effettuato attraverso una piccola incisione tra pene e scroto oppure appena al di sotto del pube.
Le protesi bicomponenti sono abbastanza simili, ma mancano del serbatoio, in quanto il liquido è contenuto nella parte profonda dei cilindri e nella pompa. L’intervento è del tutto simile a quello per le protesi tricomponenti.
B) Protesi non idraulica: tutte le protesi non idrauliche sono costituite esclusivamente dai cilindri, che vengono impiantati nei corpi cavernosi attraverso piccole incisioni sull’asta peniena e grazie a vari meccanismi plastici (snodi, memoria del materiale), riescono a conferire al pene un costante stato di semierezione.
Risultati e possibili complicanze
Questi dispositivi protesici sono in grado di ripristinare adeguatamente l’attività sessuale. Esistono numerose evidenze nella letteratura medica che indicano un elevato grado di soddisfazione dei pazienti e delle loro partner, specie con le protesi tricomponenti. Anche la mia personale esperienza conferma questa affermazione.
Occorre sfatare alcuni miti:
– La sensibilità del pene e, conseguentemente, l’orgasmo, non sono alterate dall’impianto protesico.
– L’eiaculazione e anche il concepimento sono possibili, se questa funzione non è abolita da precedenti patologie o interventi.
– Il pene non si allunga con la protesi, le dimensioni del pene prima dell’impianto saranno quelle ottenute dopo l’intervento chirurgico.
Il principale nemico di tutti gli interventi protesici è l’infezione, che, quando presente, obbliga quasi sempre alla rimozione della protesi e al reintervento a distanza di tempo. Si stima che i pazienti diabetici abbiano una predisposizione sensibilmente maggiore alle infezioni.
Erosioni, ematomi, dislocazioni dei componenti, rottura o malfiunzionamento sono altre complicazioni, che in genere vengono risolte più agevolmente.
Per doverosa informazione, si ricorda che la visita medica rappresenta il solo strumento diagnostico per un efficace trattamento terapeutico. I consigli forniti in questo sito devono essere intesi semplicemente come suggerimenti di comportamento.