Cirurgia della Malattia di La Peyronie (IPP)
Gli interventi chirurgici per la malattia di La Peyronie, complessivamente detti corporoplastiche, hanno lo scopo di raddrizzare il pene onde permettere la ripresa dell’attività sessuale.
Indicazioni
- Curvatura peniena tale da impedire la penetrazione
- Induratio penis plastica associata a disfunzione erettile
Tecnica e decorso postoperatorio
Le tecniche utilizzabili in questi casi sono sostanzialmente di tre tipi:
- Chirurgia “in accorciamento”
- Chirurgia “in allungamento”
- Impianto di protesi peniena
B) La chirurgia in allungamento è la tecnica più complessa e consente di ottenere il raddrizzamento del pene agendo direttamente sul lato della curvatura. E’ indicata per le deformazioni complesse e le curvature > 40°, che non siano associate a disfunzione erettile.
E’ necessario raggiungere la placca sollevando e rispettando i nervi e i vasi dorsali del pene onde inciderla in modo da rilasciare la tensione esercitata sul corpo cavernoso. Nello spazio che si viene a creare viene applicato un innesto tissutale di vario genere per ricostruire il corpo cavernoso.
Nonostante la tecnica di fatto allunghi il lato curvo, un certo accorciamento del pene si verifica ugualmente, a causa di una certa perdita di elasticità dei tessuti operati..
C) L’impianto di una protesi peniena è riservato a quei casi in associati ad una severa disfunzione erettile.
La tecnica prevede l’inserimento all’interno dei corpi cavernosi di protesi idrauliche oppure di protesi soffici.
Le protesi idrauliche sono costituite da due cilindri posti nei corpi cavernosi e connessi ad un serbatoio collocato vicino alla vescica e ad una pompa collocata nello scroto. Diversamente dalle protesi idrauliche che prevedono un’attivazione da parte del paziente, le protesi soffici conferiscono al pene uno stato permanente di debole tumescenza con asta allungata per la quale è sufficiente un minimo afflusso ematico nel tessuto erettile per ottenere una piena erezione. Le protesi soffici impediscono altresì un accorciamento dell’asta nel periodo postoperatorio
Le variazioni in lunghezza dell’asta a riposo ed in erezione sono in tal caso modestissime.
Spesso la protesi stessa è in grado di correggere le deformità e la curvatura determinate dalla fibrosi del corpo cavernoso, tuttavia, in caso di deformità residua è possibile associare una corporoplastica in allungamento o correzioni plastiche ad hoc
Risultati e possibili complicanze
La correzione della curvatura peniena mediante corporoplastica è generalmente efficace nel ripristinare la funzione sessuale.
Alcuni problemi possono essere determinati dallo stadio della malattia, che, se ha già determinato una severa retrazione dell’organo, può vanificare i risultati della correzione.
Senza dubbio i casi più severi, associati all’impianto protesico, sono quelli in cui la ricostruzione dell’organo risulta in termini dimensionali e di rigidità, più efficace.
Per quanto riguarda le complicanze, il principale problema delle tecniche di accorciamento è l’eccessivo accorciamento, mentre le tecniche di allungamento sono maggiormente associate a disfunzione erettile e disturbi sensitivi del glande causati dalla manipolazione dei nervi dorsali del pene.
La complicanza più temuta dell’impianto protesico è invece l’infezione, che vanifica l’intervento richiedendo l’espianto della protesi.
Per doverosa informazione, si ricorda che la visita medica rappresenta il solo strumento diagnostico per un efficace trattamento terapeutico. I consigli forniti in questo sito devono essere intesi semplicemente come suggerimenti di comportamento.
